The experiment

 The Experiment


The Experiment - Cercasi cavie umane è un film del 2001 diretto da Oliver Hirschbiegel, tratto dal romanzo Black Box di Mario Giordano, basato a sua volta sugli eventi pertinenti l'esperimento carcerario di Stanford, condotto nel 1971 dallo psicologo statunitense Philip Zimbardo.

Il tassista ed ex reporter Tarek Fahd legge su un giornale la pubblicità di un esperimento organizzato da una squadra di psicologi, nel quale per due settimane dei volontari, in cambio di una somma di soldi, dovranno impersonare guardie e detenuti in una finta prigione. Pensando di poterne ricavare un buono scoop, va a parlarne al suo ex caporedattore. Si procura anche degli occhiali che possono inviare video ad un videoregistratore portatile camuffato da walkman. Ma il primo avvertimento che viene dato ai volontari è che coloro che verranno selezionati per impersonare dodici detenuti dovranno rinunciare a gran parte della loro privacy e dei loro diritti civili. In compenso è espressamente vietato qualunque atto di violenza da parte di chiunque, pena l'espulsione. I volontari che dovranno impersonare otto guardie avranno il compito di assicurare il rispetto delle regole e mantenere l'ordine. L'esperimento verrà tenuto sotto videosorveglianza 24 ore su 24 e potrà venir sospeso o interrotto in qualunque momento. Prima dell'inizio dell'esperimento, Tarek ha un incidente stradale con Dora. La ragazza torna dal funerale del padre, la cui morte l'ha profondamente scossa. I due passano la notte insieme, ma dall'indomani Dora perde le tracce di Tarek. L'esperimento ha inizio. Sulle prime i detenuti vedono l'esperimento come un gioco, prendono poco sul serio le guardie e canzonano il tentativo di queste di mantenere un rigoroso ordine. Il clima inizia però a cambiare fin dall'ora di pranzo del primo giorno, a causa del comportamento di Tarek, che inizia a sfidare con serietà il potere delle guardie. La prima rivolta collettiva, innescata anch'essa da Tarek, avviene dopo sole 36 ore. Le guardie iniziano a vederlo come un elemento di disturbo, tanto che il terzo giorno lo portano in un locale privo di telecamere per vendicarsi su di lui fisicamente e consigliargli di far richiesta agli psicologi di abbandonare l'esperimento. Le guardie, guidate da un senso fanatico delle regole, si sono presto trasformate in carnefici, umiliando i prigionieri, insultandoli, facendo uso della violenza. La tensione generale tra i detenuti peggiora di ora in ora, al punto che al quinto giorno la dottoressa, ritenendo che l'esperimento stia prendendo una piega pericolosa e abbia già fornito dati a sufficienza, propone di interrompere tutto. L'esperimento invece viene lasciato andare avanti e per di più il professore, che sta a capo, si assenta per un giorno. Nel frattempo, un compagno di cella di Tarek, Steinhoff, ha capito che è un giornalista. A sua volta Tarek ha compreso che Steinhoff è un militare, incaricato di studiare da vicino l'esperimento. Per i detenuti è previsto un giorno di visita. Tarek prevede di incontrare il proprio caporedattore, ma all'appuntamento si presenta Dora, che cercandolo nel suo appartamento vi si è installata e ha rintracciato il contratto che lega Tarek all'esperimento. Durante la visita Dora invita Tarek ad andare immediatamente via con lei, ma Tarek si rifiuta di lasciare la prigione e informa la donna che tramite una guardia, le farà avere qualcosa, pregandola di consegnare il tutto al caporedattore e di aspettare i nove giorni che restano perché l'esperimento finisca. Un'altra guardia, però, scopre il trucchetto, si presenta al suo posto alla caffetteria e dice a Dora che Tarek ha cambiato idea. Interpretandolo come un sabotaggio, pensa che tutto sia stato congegnato fin dall'inizio per mettere le guardie alla prova, propone l'isolamento totale dall'esterno sia della prigione che delle sale di controllo. Tarek viene rinchiuso in isolamento nella black box. Un altro prigioniero si oppone al maltrattamento di Tarek e quindi viene pestato a sangue e imbavagliato e legato su una sedia, in seguito muore soffocato per via nel naso sanguinante che si secca e il nastro adesivo che gli tiene la bocca chiusa. La guardia, colpevole di aver tradito la sua fazione, finisce tra i prigionieri. Uno dei ricercatori che controlla l'andamento dell'esperimento, tenta di contattare il professore ma viene catturato dalle guardie e imprigionato. Anche la dottoressa viene imprigionata quando giunge sul posto.Una guardia cerca di stuprare la dottoressa, ma Tarek riesce a liberarsi dalla black box grazie a un cacciavite che ha trovato e, con l'aiuto di Steinhoff, la salva, per poi liberare i prigionieri e aprire un varco per la fuga. Il professore ritorna nella prigione e va incontro a una guardia, che gli spara accidentalmente ferendolo in testa con la scacciacani. Un'altra guardia, arriva in tempo per vedere ciò che ha commesso, perde completamente la ragione e lo uccide furiosamente colpendolo con un estintore. Dora, che era tornata per Tarek, raccoglie la pistola di una guardia, usandola per ferire le altre guardie mentre queste combattono contro Tarek e Steinhoff. Un telegiornale riporta le morti e l'arresto di una guardia per i crimini commessi e del professore per avere consentito un esperimento illegale e non etico.


Temi:

  • dissoluzione dei confini tra realtà e finzione: le guardie sono talmente prese dalla loro posizione che non rispettano più le regole e non ascoltano gli organizzatori.
  • i ruoli
  • assenza di privacy
  • pressione psicologica
  • interiorizzazione del ruolo da parte delle guardie che sono giunte a provare un senso di piacere nel dominio.

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